Fare pubblicità online nel 2015 – Infografica

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“Non è la più forte delle specie che sopravvive, né la più intelligente, ma quella più reattiva ai cambiamenti” (Charles Darwin)

Funziona così dalla notte dei tempi: o ti adatti, o soccombi. E se vale per l’evoluzione delle specie, è altrettanto vero per chi vende online o utilizza canali pubblicitari per promuovere il proprio brand. In un mondo sempre più interconnesso, il rischio di scomparire nel rumore di fondo è sempre più consistente.

Esiste una formula magica, buona per tutte le stagioni? Ovviamente no. 

Ciò che può essere fatto, semmai, è identificare al meglio “cosa va”, “cosa piace ai consumatori”, e quali siano le tendenze nei percorsi di acquisto, per cercare di farli propri. Anche questa attività è tutt’altro che semplice, ma a differenza della formula magica, che richiederebbe poteri ultra-terreni, l’analisi dei trend e l’ottimizzazione delle risorse può essere sviluppata da team di professionisti del settore.

In questo caso, parliamo di e-commerce, di pubblicità e di come vendere al meglio online.

Il 2015 è iniziato da pochissimo, ma alcune tendenze, iniziate negli anni scorsi, ci forniscono indicazioni preziosissime su cosa funziona, e funzionerà sempre di più, e cosa invece non merita ulteriori “sprechi” di risorse.

A seguire, pubblichiamo un’interessante infografica che illustra 5 “previsioni” relative ad alcuni trend che diventeranno predominanti nel corso dei prossimi mesi.

  1. Il declino, sempre più evidente, dei media tradizionali.

    I brand otterranno risultati sempre meno consistenti dagli investimenti economici nei media tradizionali. Inserzionisti e pubblico hanno ora l’opportunità di produrre e pubblicare direttamente i propri contenuti, bypassando i intermediari pubblicitari. Tutto questo comporterà un ovvio spostamento di budget dai tradizionali canali pubblicitari, alla generazione in proprio di contenuti e risorse. L’infografica riporta il caso di Unilever, i cui i budget pubblicitari, nel corso dell’ultimo lustro, mostrano una chiara tendenza a favore di contenuti generati direttamente dal brand.

  2. L’ascesa dei video da mobile.

    Nonostante gli schermi generalmente più piccoli, il mobile sarà la piattaforma principale per il “consumo” di video online. La semplicità nell’accesso a questo tipo di contenuti da parte degli utenti, consentirà una crescita inaspettata, soprattutto a favore dei brand che sapranno avvantaggiarsene. Il mobile ed i video diventeranno il canale primario nella fruizione di media online.

  3. L’ipersegmentazione e l’utilizzo del microtargeting.

    Ogni anno vengono immagazzinati da molti soggetti online una quantità sempre più considerevole di dati. Questi vengono ceduti a vario titolo agli inserzionisti, che ottengono dunque un’istantanea sempre più precisa del proprio pubblico di riferimento. Tutto questo aiuta chi vende ad individuare con precisione chirurgica le nicchie di destinatari, a cui proporre contenuti rilevanti per preferenze o località. Pertanto, si può dire che il numero di modi per individuare il pubblico di destinazione aumenterà al diminuire delle dimensioni dei singoli gruppi di destinatari.

  4. La crescita della spesa pubblicitaria online.

    Il 2014 è stato un anno indicativo e cruciale. Con il miglioramento a livello tecnologico delle infrastrutture, assisteremo nei prossimi 2 anni ad una sensibile ridistribuzione dei budget pubblicitari a favore dei new media, soprattutto verso il canale mobile. Negli Stati Uniti, la spesa pubblicitaria per il canale mobile, raggiungerà gli 8.3 miliardi di dollari, superando per la prima volta la spesa destinata al canale desktop (6.6 mld di dollari). Allo stesso modo, nel corso del 2015, la spesa destinata al canale pubblicitario video online negli stati uniti toccherà gli oltre 2 miliardi di dollari (nel 2014 sono stati spesi all’incirca 700 milioni di dollari).

  5. Facebook Atlas. La pubblicità senza confini.

    Facebook Atlas apre nuove ed estremamente potenti possibilità per i brand e per le agenzie pubblicitarie: consentirà loro di misurare la portata delle campagne pubblicitarie, superando il limite dei cookies (che, ad esempio, non funzionano sui dispositivi mobili). Saranno “targettizzabili” le persone reali, e non più i dispositivi che utilizzano. Non importa che l’esperienza pubblicitaria o d’acquisto inizi dal pc desktop e si concluda dallo smartphone: tutti i passaggi potranno essere monitorati e misurati. Sarà pertanto possibile “unire i puntini” del percorso d’acquisto del consumatore, attraverso una serie di step intermedi, senza più alcun problema.

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Via: Business2community

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